Oggi ricorre il novantunesimo anniversario della morte del nostro concittadino Fortunato Bonifazi; a lui è attualmente intitolata la locale caserma dei Vigili del Fuoco.
La storia della sua eroica morte è stata narrata con dovizia di particolari da Roberta Galletta la quale, come è suo solito, ha reso la vicenda ancora più toccante. Stasera vorrei raccontarvi il seguito di questa triste storia; un epilogo che sono anni che sento raccontare, ma che solo oggi sono stato autorizzato a diffondere. Le due nipoti del nostro grande eroe, mi raccontano che si, è tutto vero quello che ha narrato Roberta Galletta, ma è anche vero che per la vedova del Bonifazi è iniziata una vita da inferno. Infatti non le è stata riconosciuta la pensione del marito in quanto quest'ultimo, al momento del terribile fatto, non era in servizio, ma è intervenuto in supporto ai colleghi in difficoltà. Come conseguenza immediata,è stata sfrattata per morosità, è stata costretta a mandare i due figli maschi in un collegio per orfani, con le conseguenze che tutti possiamo immaginare ed è stata costretta a fare i lavori più umilianti per potersi permettere di mantenere loro e la figlia femmina ancora in fasce, non percependo il benchè minimo sussidio ne dal Comune ne dallo Stato. Una vita di stenti e sacrifici con il chiodo fisso nella testa che un giorno sarebbe riuscita a percepire la tanto desiderata pensione del marito; si racconta che il figlio Vincenzo, quando la mamma era ormai novantenne ed affetta da arteriosclerosi, dava dei soldi al comandante della caserma dei Vigili del Fuoco il quale, successivamente, chiamava la vedova Bonifazi e le diceva che quella era la pensione.
E tutto questo perchè quello che ha fatto Fortunato Bonifazi, lo ha fatto solo ed esclusivamente spinto dall'altruismo e dalla generosità in un giorno che per lui era di riposo!!!
Una vicenda che ancora oggi viene ricordata solo dai Vigili del Fuoco, in quanto le istituzioni non si sono accorte nemmeno che l'angolo di cimitero riservato ai loro caduti in servizio, è ormai in stato di totale abbandono da qualche decennio; addirittura, quando le nipoti volevano portarsi la salma del caro “nonno Fortunato” nella tomba di famiglia, le è stato impedito con la motivazione che il suddetto angolo di cimitero è un monumento (abbandonato).
Al cimitero si parla di “caduti in servizio”, come del resto anche Roberta Galletta narra che Fortunato Bonifazi è “caduto in servizio”; ma per le istituzioni è caduto e basta, ha salvato una città ma nel momento sbagliato, quando non era in servizio.
E questo lo rende ancora più eroe, alla faccia delle istituzioni!!!
Comunque le nipoti vanno ancora oggi fierissime delle gesta eroiche del nonno, ed in un certo qual modo ne vado fiero anch'io, in quanto una delle nipoti è mia suocera, la signora Ornella Bonifazi.
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